Francesca Gabrielli*

“La caffettiera del masochista, quella è stata una folgorazione!”
Francesca lo dice indicando il libro di Donald A. Norman riposto su uno scaffale della sua libreria. Riconosco l’entusiasmo, Francesca ha la capacità di trasferire a chi ha di fronte la passione e la gioia; lo manifesta con i gesti e con il corpo, riesce ad essere contagiosa.
“Volevo migliorare la vita delle persone.” Continua confidandomi che quel libro le ha fatto capire che cosa volesse fare nella vita.
La consapevolezza è arrivata dopo;  mi racconta della facoltà di Scienze della Comunicazione a Siena, dei progetti sperimentali, dei laboratori, fino ad arrivare alla scoperta dello User Centered Design che è un approccio alla progettazione in cui viene data molta attenzione ai bisogni degli utilizzatori del prodotto.
Mentre parla sento che Francesca sta vivendo le emozioni di allora, accolgo il suo desiderio di ricerca finalizzato alla scoperta di strumenti che possano rendere semplice e migliore la vita di chi li utilizza nella propria quotidianità.
“È una questione di Customer Experience.” Aggiunge lei facendo riferimento alla missione dell’azienda.
Torniamo all’entusiasmo, è la prima cosa che mi colpì quando conobbi Francesca poco più di sette anni fa; ricordo il suo sorriso accogliente e i suoi occhi che traboccavano di gioia. Questo non è cambiato, glielo dico e le chiedo quale sia la sua ricetta per conservare lo slancio e per trasferirlo anche agli altri, ai suoi collaboratori e alle centinaia di persone che lavorano nell’azienda che dirige.
“Amore, scelte fatte con il cuore. Porsi obiettivi sfidanti che richiedano un lavoro che non pesa perché è proprio ciò che si vuole.” Francesca sintetizza così la sua idea di passione e di lavoro e percepisco la differenza fra la passione per il lavoro, che rischia di farci diventare sudditi delle attività, e il lavorare per passione, quello che parte dal desiderio di fare qualche cosa di utile per gli altri.
“Poi l’ho conosciuto.” Mi dice riferendosi a Norman e descrivendomi l’esperienza negli Stati Uniti, all’Università di San Diego, dove il professore aveva istituito il Design Lab. Lei rimase diversi mesi come visiting scholar durante il dottorato di ricerca, poi il cuore la fece rientrare in Italia.
Decise di sposarsi e continuò a lavorare come consulente su diversi progetti legati alle tematiche del design applicate al Customer Relationship Management. Fu in quegli anni, all’inizio del 2000, che diventò importante la collaborazione con l’imprenditore e buona parte del management dell’azienda di cui Francesca è Amministratore Delegato.
“Non ci pensavo sai?” Mi confessa che non c’è stato un disegno, non c’era un calcolo, lei ha sempre fatto tutto perché le piaceva e poi, con il tempo, ha capito che le persone avevano puntato su di lei.
“Il capo, anche io ho un capo, mi chiede come ho fatto a non capirlo.” Allude al presidente del Gruppo, con cui collabora da quasi vent’anni, è lui il suo capo.
“Io non sapevo che lui avesse in mente questo progetto. Io ho fatto ciò che era necessario, ho lavorato, divertendomi, perché mi piaceva.” Ribadisce che la consapevolezza è arrivata più tardi, con il tempo e con l’esperienza.
Chiedo a Francesca di parlarmi della sua famiglia e, ancora una volta, trovo un grande sorriso quando mi parla dei figli e del marito. Racconta che ci sono stati momenti più difficili; confessa che a volte si cerca di mettere insieme troppe cose.
“C’è stato un momento in cui ho capito che era troppo. I bambini erano piccoli, lavoravo a Milano ma vivevo a Novara e dovevo viaggiare ogni giorno, ho fatto il Master, studiavo e lavoravo anche la sera e nel fine settimana. Troppo!”
Francesca dice che non sopporta il dolore e ammette che in quel periodo stava soffrendo, così decise di cambiare, eliminò almeno uno degli elementi e si trasferì a Milano con tutta la famiglia.
“Trovammo un nostro equilibrio ma qualcuno ha dovuto pagare, qualcuno ha fatto delle rinunce.” Si riferisce ai bambini che hanno dovuto cambiare città e amici, al marito che ha dovuto cambiare lavoro. L’hanno fatto con gioia, si sono adeguati a una nuova situazione che oggi ha restituito un ambiente armonico e felice, forse perché i figli sono più grandi, dice lei, e qui si trovano molto bene.
La famiglia per lei è anche quella che trova ogni giorno in azienda; parla con tutti e sorride camminando nei corridoi. Dice che le piace sentire l’ambiente, vuole essere sicura che le persone stiano bene. Parliamo del management, del gruppo della prima linea aziendale con cui lei ha una relazione diretta, le ricordo che sono tutti uomini e le chiedo come si trova.
“Uso il sorriso e la mediazione.” Constata che la sfera maschile è più razionale e competitiva mentre quella femminile ha una forte componente emotiva che, secondo Francesca, nasce da un’innata predisposizione alla cura.
“Indipendentemente dall’essere madre o meno, la donna desidera prendersi cura degli altri e io lo faccio con le persone con cui lavoro. Nel tempo ho visto un cambiamento.” Guardo Francesca, ascolto le sue parole, e sono convinta che il rispetto da parte degli altri non derivi dal senso di autorità ma da una relazione consapevole che consente il confronto su tematiche lavorative e filosofiche, perché la visione e la capacità di materializzare le idee nascono dalla filosofia.
Me lo aveva detto all’inizio che quando si prefigge un obiettivo poi lo raggiunge e Francesca Gabrielli l’ha dimostrato nel suo percorso professionale e nella sua vita privata e credo che l’essere stata inserita nella lista di Inspiring Fifty che raggruppa le cinquanta donne italiane più influenti nel settore high-tech, sia stato il riconoscimento di un modello manageriale in cui le caratteristiche femminili sono un punto di forza.

Saluto Francesca, la ringrazio per la chiacchierata e ritorno alla mia scrivania consapevole di avere un capo che si adopera per mantenere l’armonia nell’ambiente in cui lavoro. Terrò a mente la “dimensione del sorriso” come la definisce lei e penso che mi piacerebbe che qualcuno la dipingesse; la immagino con colori solari, al mare, come se fosse sempre estate.

* Francesca Gabrielli ricopre il ruolo di Amministratore Delegato di Assist Digital