Mi chiamo Viola G. e mi occupo di stile. Le signore della zona vengono da me per essere più belle; c’è chi vuole dare un taglio netto e chi ha bisogno di un cambiamento, un colore più vivace, qualcosa che illumini il viso o che nasconda i segni del tempo. Sorrido, amo la musica, mi piace l’allegria. Molte vengono per questo, per ridere e per non pensare. A volte hanno bisogno di parlare, io le ascolto e grazie al loro sguardo capisco che cosa fare. L’altro giorno è arrivata la signora B., era stanca e mi ha raccontato che stava lavorando tanto. Le ho proposto le meches color miele e lei è uscita sorridendo, mi ha detto che si sentiva giovane. Dedico tante ore al mio lavoro, lo faccio per loro, mi chiamano per un appuntamento al mattino presto e io ci sono, non mi piace dormine fino a tardi. Alla sera le accolgo anche dopo la chiusura, a casa non c’è nessuno che mi aspetta, è facile dedicarmi alle mie clienti, le porto al buonumore. Vivo a pochi metri dal negozio, il mio appartamento è piccolo ma per me basta. Ci vivo da trent’anni e l’ho reso confortevole, avrei voglia di invitare qualcuno ma lo spazio non lo consente. Invito le amiche al bar che sta all’angolo, ci beviamo l’aperitivo alla domenica e poi andiamo al cinema. A volte loro tornano a casa dai mariti e dai figli e il film lo vado a vedere da sola. Non ho ancora trovato la persona giusta, c’è stato un uomo importante, avevamo l’età per mettere su famiglia ma non ha funzionato. Siamo rimasti in buoni rapporti, ogni tanto ci sentiamo e se capita ci beviamo una birra insieme. La famiglia l’ha costruita con un’altra che era più tranquilla, dice lui. Io credo che fosse più triste ma questo non gliel’ho mai detto, la sua bimba è bellissima e ha un sorriso simile al suo. Gli ho detto di farla ridere perché così rimarrà bella per sempre. Io lo faccio con mia nipote, ha otto anni ed è una meraviglia. Ogni tanto la tengo a dormire da me, le racconto le storie delle mie clienti e lei ride; mi fa promettere di non lasciarla mai e io rispondo di sì. Lo so che sarà lei a lasciarmi, avrà voglia di stare con le sue amiche o di uscire con i ragazzi e non verrà più a dormire dalla vecchia zia. L’abbraccio forte e al mattino le preparo la colazione prima di accompagnarla a scuola. Mia sorella mi ringrazia e mi racconta la cena che ha preparato per suo marito; ti poteva portare fuori, le dico io. Lei mi riprende dicendomi che nella vita bisogna accontentarsi. Deve essere per questo che non mi sono ancora sposata, le rispondo io. Alla tua età sarebbe bene cercare qualcuno con cui condividere il proprio tempo, continua lei.
Ci sto pensando, lo dico dentro di me. La proposta di Milvia è interessante, la sto valutando. La conosco da vent’anni, non è solo una cliente, è una persona di cui mi fido. Per questo ci sto pensando. Ci incontreremo dopodomani per esaminare i dettagli, se mi convince potrei arrivare a fare il passo.