Caponata: la sorella di Ratatuia

Il contesto. La mia amica S. è siciliana, è una bravissima cuoca ma non le piacciono: i peperoni, le olive, i capperi e l’uvetta. Per questo motivo non si è mai cimentata con la caponata, nonostante sia uno dei piatti tipici della sua terra d’origine. Io, e insieme a me una schiera di amici comuni, amo la caponata e avrei fatto di tutto per mangiare quella originale, preparata in casa con la ricetta di famiglia. Qualche sera fa è arrivato il momento. S. ci ha invitati a cena e ha presentato la caponata, quella fatta con la ricetta di suo padre, l’ing. Mimmo, che è un cuoco fantastico. Ho assaggiato qualcosa di indimenticabile, avrei voluto che non finisse mai e ho chiesto a S. di portarmene a casa un po’ per gustarla anche l’indomani.
Ho rivisto S. dopo qualche giorno e le ho chiesto la ricetta della caponata, mentre l’ascoltavo pensavo alle similitudini con la Ratatuia, due sorelle; si tratta di due diversi modi di interpretare una miscellanea di verdure dai sapori gustosi e avvolgenti ma in fondo lo stile è simile e di certo c’è una parentela. Conosco S. dai tempi dell’università, abbiamo festeggiato le nozze d’argento della nostra amicizia e abbiamo sempre sostenuto che ci fosse un gemellaggio fraterno fra di noi e le nostre terre. In questo caso parlerei di sorellanza, quella che c’è fra due piatti a noi cari e quella che mi ha dimostrato lei, regalandomi un cibo così prelibato. A voi la ricetta (quella originale!).

Ingredienti (per 4-6 persone):

  • 600 grammi di melanzane
  • 400 grammi di peperoni (colori assortiti)
  • 2 cipolle dorate di dimensione generosa
  • 1 gambo di sedano
  • 100 grammi di capperi di Pantelleria sotto sale
  • Una manciata di uvetta
  • Una manciata di pinoli
  • Olive verdi snocciolare (da dosare a piacere)
  • Un mazzetto di basilico
  • 15 grammi di sale grosso
  • 130 grammi di concentrato di pomodoro
  • 20 grammi di zucchero
  • 20 ml di aceto bianco
  • Olio di oliva (E.V.O)

Passo 1. La frittura

La prima azione da fare è la preparazione delle verdure per la frittura. È necessario lavare, pulire le verdure dai semi e tagliare a pezzetti il tutto per poi procedere a quattro differenti fritture, questo è il lavoro più lungo e delicato ma è quello che contribuisce a dare il sapore delizioso al tutto. La prima frittura è quella che coinvolge le melanzane; preparate una padella con abbondante olio di oliva e friggete i tocchetti di melanzane già tagliate. Una volta pronte levatele dalla padella e riponetele, insieme all’olio che è rimasto dopo la frittura, in una ciotola capiente abbastanza da potere contente anche il resto che mi accingo ad elencare. La seconda frittura è relativa ai peperoni, friggete i pezzetti in abbondante olio e una volta pronti riponeteli nella ciotola insieme alle melanzane. La terza frittura riguarda la cipolla, anche in questo caso tagliate a pezzi grossi e friggete in abbondante olio. Una volta pronta mettete anche la cipolla, insieme all’olio residuo, nella ciotola con melanzane e peperoni. La quarta frittura riguarda tutto il resto: sedano tagliato a pezzetti, pinoli, capperi lavati per bene per togliere il sale, olive e uvetta. Una volta pronto, mettete il composto nella ciotola insieme al resto.

Passo 2. Insaporire

Mescolate tutti gli ingredienti della frittura e aggiungete: il concentrato di pomodoro, il basilico e il sale grosso. Mescolate molto bene fino a che il sale non si sia sciolto completamente, nel frattempo accendete il forno per portarlo a una temperatura di 180°.

Passo 3. Nel forno

Mettete il composto in una pirofila e adagiatela nel forno ventilato per circa venti/trenta minuti. È necessario mescolare frequentemente per evitare che le verdure si secchino, l’effetto deve essere di un composto morbido e umido come se fosse stato preparato al tegame.

Passo 4. Il tocco agrodolce

Dopo avere tolto la caponata dal forno è necessario aggiungere lo zucchero e l’aceto bianco per dare il tocco finale di agrodolce tipico di questo piatto. Anche in questo caso è fondamentale mescolare per bene e miscelare gli ingredienti perché raggiungano omogeneità.

Una volta finito questo ultimo passo basta solo aspettare. La caponata va servita a temperatura ambiente e, se possibile, il giorno dopo averla preparata perché i sapori, stando insieme per una notte, si saranno amalgamati fino a raggiungere l’unità e restituendoci il piacere massimo per il nostro palato.