Ristoranti

Kanpai: esperienza giapponese

Mi hanno portata al giapponese; l’idea era di farsi una scorpacciata di shushi e tempura accompagnati dai classici rotolini, i california roll, di cui vado ghiotta.
Sono entrata al Kanpai e l’ambiente mi è sembrato diverso dal solito ristorante giapponese che incontriamo in città. Poi ho approfondito e ho scoperto che il locale trae ispirazione da “l’Izakaya” che è il tipico locale nipponico dove in maniera informale si beve sakè accompagnato da piatti tradizionali*.
Mi sono accomodata e confesso di essere rimasta delusa dal menù perché non c’era nulla di ciò che si può trovare in un ristorante giapponese a Milano; addio sushi!
Ho guardato meglio, mi sono lasciata consigliare dal personale molto preparato e competente e mi sono buttata alla scoperta di ciò che veniva proposto. Una meraviglia, un percorso nella cucina tradizionale della terra nipponica, gusti delicati e decisi, sapori innovativi che colpiscono le papille e fanno restare senza fiato. La chef Jun viene da Tokyo e non sono riuscita (per ora!) ad incontrarla ma so che ha una laurea in arte e questo credo che abbia influenzato il suo potenziale estetico che esprime con professionalità e competenza nei piatti che propone; ne cito uno su tutti: Nasunagi melanzane in salsa kabayaki in ciotola di riso, una delizia fuori dalla norma.

*Citazione dal sito web del locale.

Nella foto Jun, la chef di Kanpai

La mezza porzione

“Stasera ho voglia di tradizione.”
L’ho detto al signor Stefano dopo avere consultato il menù del ristorante Skuisito. Lui mi ha guardata compiaciuto perché sapeva che nella sua proposta c’era ciò che mi avrebbe soddisfatta.
“Sono indecisa fra la Norma e il ragù di cinghiale con i porcini.”
Ho proseguito sperando di trovare in lui un consiglio.
“Lasci fare a me, si fida?” Mi ha detto.
Ho accettato la proposta dopo la sua spiegazione, mi ha parlato della mezza porzione, il modo che mi avrebbe consentito di assaggiare entrambi i piatti. Non è un bis di secondi, quello che si trova in occasione di eventi, dove il piatto accoglie entrambe le portate e i fondi si mischiano creando, a volte, una commistione non del tutto gradevole. La mezza porzione proposta dal signor Stefano è un genere diverso.
“Le faccio uscire prima la Norma, che è più delicata. Aspettiamo un po’ e poi le mando le pappardelle.”
Così ha senso la mezza porzione, un assaggio ragionato con un percorso gustativo studiato e gradevole. Oltre al buon cibo ho trovato in questo posto un’atmosfera familiare insieme alla sensazione di essere accolta e (perché no) coccolata. Ho mangiato molto bene, entrambe le portate erano cucinate con ingredienti di ottima qualità e con passione; ho ricevuto molte attenzioni dal personale e tanti sorrisi, fa piacere essere ospiti di un luogo in cui si respira armonia.

Nella foto un’immagine presa dal sito web del ristorante.