Il contesto. Immagino una domenica senza il suono della sveglia, si aprono gli occhi quando il corpo è riposato a sufficienza e decide che è tempo di osservare il mondo intorno. A quel punto si resta ancora un po’ nel tepore del letto e poi si decide che è tempo di aprire le persiane e di vedere se c’è il sole. Si fa un passaggio in bagno e ci si compiace di fronte al volto riposato e rilassato. Si guarda l’orologio della cucina e si scopre che è quell’orario che sta a metà fra la colazione e il pranzo e si comincia a cucinare. Serve qualcosa che non sia pesante e che consenta di indugiare ancora un po’ nell’illusione che non sia già passata metà della giornata. Il brunch domenicale per me nasce così, dall’idea che si possa prolungare il tempo del risveglio. Lo faccio attraverso il gusto, assaporando qualcosa di dolce, che richiama il caffè e latte con i biscotti, e qualcosa di salato, più vicino all’arrosto con le patate. Lo vedo come un’occasione da condividere in coppia, prendendosi un momento per raccontarsi la settimana trascorsa e progettare quella futura ma ogni tanto si può decidere di estendere l’invito anche agli amici. In questo caso il brunch diventa frutto di premeditazione e va organizzato a priori curando per bene l’atmosfera e le pietanze da servire. Questo è il mio suggerimento.
L’atmosfera. Una tavola apparecchiata con una tovaglia arancione; dei fiori, ad esempio dei tulipani rossi, al centro vicino a qualche candela. Se lo spazio e la stagione lo consentono sarebbe bello farlo in terrazzo, in alternativa si può mettere il tavolo vicino alla finestra e godere del panorama. La luce della candela vicino alla finestra crea dei riflessi strani, fa muovere i vetri di giorno e si possono vedere delle sagome ballare.
Le pietanze. Un percorso che parte dal dolce e arriva al salato.
- Frutta fresca di stagione sbucciata e tagliata. Scegliete pensando ai colori. D’inverno l’arancia e il kiwi insieme alla mela o alla pera; più avanti le fragole con le susine e le pesche.
- Yogurt greco naturale da abbinare se lo volete con la frutta fresca.
- Miele e marmellata. Il mio consiglio è per il miele di castagno e la marmellata di fragola.
- Biscotti secchi e crostata di marmellata.
- Fette biscottate o gallette di riso per la marmellata e il miele.
- Si può fare un passaggio lento al salato con una fetta biscottata su cui adagiare: un velo di miele di castagno, una fettina di grana da pasto e una foglia di basilico.
- Insalata. La mia preferita è composta da: radicchio variegato, pomodorini camone, cavolo rosso a crudo tagliato fine, capperi e pinoli tostati o anacardi. Il tutto condito con olio extra vergine d’oliva e un filo di aceto balsamico.
- Infine il protagonista: l’uovo che diventa la portata principale. Io lo faccio alla francese. Si può fare anche alla coque o strapazzato.
- Pane tostato per accompagnare il salato.
Qualcosa da bere. Passeggiando fra il caldo e il freddo.
- Selezione di thè. Consiglio di partire con un thè verde in foglia da bere all’inizio di tutto, a stomaco vuoto per scaldare un po’ l’anima e per integrare i liquidi dopo la notte. Insieme alle pietanze consiglio un thè nero dall’aroma deciso e ben invecchiato.
- Caffè per chi non riesce a rinunciarci neanche la domenica, da accompagnare al latte caldo o freddo, secondo il vostro gusto.
- Succhi di frutta. Consiglio la pera che si abbina facilmente al dolce e al salato.
L’accompagnamento. Qualcosa di delicato e accogliente da diffondere nell’ambiente.
- i notturni di Chopin. Un particolare pensiero all’opera 9 n° 2 e all’opera 20.
- Rachmaninov Concerto n° 3 per pianoforte.