C’è un posto a Milano in cui i libri diventano bianchi e si fanno voce per affermare, attraverso innumerevoli forme, che la conoscenza rende liberi.
L’oggetto che teniamo tra le mani e che accompagna il nostro quotidiano in casa, sui mezzi pubblici, in una caffetteria, nelle sale d’attesa, in un parco o dove preferiamo, ha il potere di attivare la nostra immaginazione e di condurci, attraverso viaggi e scoperte, per conoscere il mondo e noi stessi. Nell’atelier di Lorenzo e Simona Perrone il libro diventa l’archetipo del sapere, il simbolo della cultura e arma letale per combattere guerre, soprusi, ingiustizie.
Ho avuto l’opportunità di conoscere la coppia e ho chiacchierato con loro per farmi raccontare il concetto che accompagna le loro creazioni, di seguito quello che ho raccolto durante il tempo trascorso insieme.
La tecnica
Le creazioni nascono da libri destinati al macero, oggetti dei quali i legittimi proprietari vorrebbero sbarazzarsi, per mancanza di spazio o perdita di attualità. Nel laboratorio i testi vengono dipinti di bianco e tornano così all’origine, per rappresentare la cellula iniziale dello studio e della conoscenza che arricchisce l’uomo. Su questa base, la creatività di Lorenzo e Simona elabora dei brevi racconti sintetizzati in ogni opera che viene vestita da un concetto. I libri parlano e gira la testa a volerli ascoltare tutti, quando si pensa di averne trovato uno preferito, ci si imbatte in un alto che è ancora più bello e ruba sorrisi e apre a pensieri di speranza. C’è la composizione dedicata all’arcobaleno dove i libri bianchi formano un arco e sarai tu, spettatore, a scegliere i colori con cui guardare. C’è il libro panciuto, in dolce attesa, che è dedicato agli scrittori i quali, alla fine di ogni romanzo, cullano già l’embrione di quello successivo. C’è il libro aggredito, colpito al centro da un grande scalpello dorato che lo sconquassa ma non lo distrugge, è un monito alla violenza che può essere sconfitta con la conoscenza e con un percorso verso la civilizzazione.
Nel tempo le opere di Lorenzo e Simona sono cresciute e sono diventate vere e proprie installazioni da portare all’esterno. La tecnica si è affinata e Lorenzo ha elaborato sculture in bronzo fatte con i calchi dei libri, nel rispetto del principio originale ma dando all’opera una vita duratura e una difesa per le intemperie.
La passione
Lorenzo si è formato alla Scuola del Libro dell’Umanitaria e ha coltivato da sempre la passione per questo oggetto, pronto a contenere i pensieri del mondo. Ha lavorato per anni nell’ambito della pubblicità e della cinematografia; ha vissuto a New York, a Londra, a Parigi ma a un certo punto ha sentito il richiamo verso il libro, che era stata la sua prima passione. In quegli anni ha incontrato Simona, che coltivava da tempo la ricerca della bellezza grazie ai suoi studi umanistici, all’interesse per la musica, per la danza e per la sartoria. Insieme hanno trovato la formula, nei libri bianchi. È una meraviglia ascoltarli, pare che il pensiero si completi nella mente di entrambi e le parole che pronuncia l’uno vengono arricchite dall’altra, con un’affinità e un’armonia espressa solo dalle migliori melodie musicali. Note accoppiate, o meglio, pagine in sequenza di un libro che scrivono insieme.
Nel loro percorso è arrivata un’opera molto particolare e importante, un’installazione collettiva alla quale tutti i visitatori hanno potuto partecipare. Un carrarmato ha preso posto davanti a Palazzo Reale, le persone hanno portato il loro libro preferito per dipingerlo di bianco e addobbare l’orribile macchina, simbolo della guerra. Un gesto, un grido, un atto di speranza.
I loro progetti sono talmente tanti che è impossibile elencarli tutti ma, prima di salutarmi, Lorenzo e Simona mi rendono partecipi di un’anteprima. Per la prima volta hanno deciso di utilizzare un colore: il rosso. Il pigmento vermiglio segna la copertina candida di cinquantanove libri feriti, lo stesso numero dei conflitti che oggi colpiscono il nostro pianeta. Quella macchia rossa la porterò con me per ricordare che posso fare qualcosa, è nella possibilità di ognuno. Posso cambiare il mio pensiero.
Ringrazio Lorenzo e Simona per il tempo trascorso insieme e, mentre torno a casa ringrazio gli eventi che sono intercorsi e che mi hanno dato l’opportunità di conoscere questo meraviglioso angolo di bellezza. Se qualcuno dipingesse i due artisti dovrebbe scegliere il bianco, perché racchiude tutti i colori ed esalta la luce che Lorenzo e Simona sanno irradiare.
Nell’immagine: Terra Madre (2015)
Nel libro crescono le spighe di grano, simbolo di rinascita, di prosperità, di pace e di passaggio dall’ombra alla luce.