Sperimentazioni

Sperimentazioni: la vongola e l’asparago

È tempo di asparagi. I banchi del mercato ne propongono di ogni tipo: piccoli, a gambo grosso, bianchi, verdi scuri, più chiari. Ho trovato un’opera letteraria che li cita: “Gli asparagi e l’immortalità dell’anima” di Achille Campanile; l’autore dice […] non tutti credono nell’immortalità dell’anima, mentre che degli asparagi e della loro esistenza tutti sono certi, nessuno ne dubita. […]
Concordo con questa affermazione al punto che ho deciso di dare vita a una ricetta diversa dal solito; una gestione dell’asparago più audace in commistione con un elemento marino, la vongola, che potrebbe sembrare distante dal vegetale ma che in realtà si abbina con delizia.

La sorte dell’asparago. In un primo momento deve essere dolcemente lessato, poca acqua e pochi minuti in una pentola. Prendete della cipolla bianca e tagliatela a rondelle sottili, immergetela in un poco di olio (EVO) e fate soffriggere. L’asparago, dopo la lessatura, dovrà essere tagliato a pezzetti irregolari e buttato nella padella insieme alla cipolla per circa setto o otto minuti, aggiustate di sale e fermatevi. Prendete un attrezzo per ridurre il composto in una crema, basta un moderno frullatore a immersione e in pochi istanti avrete la vostra purea di asparagi.

La sorte della vongola. Pulite le vongole per eliminare la sabbia, acqua fredda in abbondanza e sale, e poi mettetele in una casseruola per farle aprire. Basteranno cinque minuti. Sgusciate le vongole e mettetele da parte, filtrate l’acqua di cottura e tenetela lì per dopo.

L’unione. In una padella mescolate la crema di asparagi e aggiungete le vongole, per rendere il tutto più cremoso aggiungete l’acqua di cottura del mollusco. Aggiustate di sale se necessario e lasciate riposare.

Per finire. Potete decidere di utilizzare il prezioso condimento per una pasta corta, ad esempio trofie, gnocchi, orecchiette; oppure potrete gustare il tutto come una vellutata. In questo caso sarà necessario allungare il composto aggiungendo altra acqua di cottura della vongola. Suggerisco, in entrambi i casi, di grattugiare, appena prima di servire, la buccia di un limone di Sorrento.

Tornando a Campanile, seguitava la sua dissertazione dicendo […] Eppure la verità è proprio l’opposto: si può dubitare dell’esistenza degli asparagi, non dell’immortalità dell’anima. […].

Confesso che di fronte a questo piatto è difficile dubitare dell’esistenza dell’asparago ma di certo non dubito dell’immortalità dell’anima.

Sperimentazioni: Provenza e tartufo

Ci sono momenti in cui la creatività fa la differenza. Accade per esempio quando in frigorifero ci sono poche cose e a guardarle sembra che siano slegate fra loro ma poi, con un guizzo di fantasia, si riesce a preparare un piatto armonico, da grande intenditore.
L’inizio è stato dato dallo sgombro, una serie di filetti al naturale adagiati nella loro confezione. Perché non fargli provare l’aria della Provenza? È bastato adagiarli per un po’ in un sugo di olio, due gocce di aceto ed erbe provenzali. Per dare un letto confortevole allo sgombro ci voleva qualcosa di gustoso come il pesto di basilico che, per essere ancora più deciso, è stato abbinato a una polpa di tartufo. Ne serve poca, giusto quel mezzo cucchiaio utile per dare profumo.
Accanto era necessario prevedere qualcosa di morbido e avvolgente che nella bocca ricordasse ancora un po’ la Francia. È stato scelto il caprino, lavorato con un filo d’olio d’oliva per avere una consistenza ancora più cremosa ed essere acconciato a quenelle.
Una gustosa meraviglia!