Teatro

Atti osceni, i 3 processi di Oscar Wilde

Nulla accade per caso, ne sono convinta. Il mese scorso stavo lavorando al post dedicato a Oscar Wilde e ho avuto modo di entrare ancora nella sua poetica. Una sorta di ripasso che spesso fa bene; sono tornata sui libri del liceo con la consapevolezza di oggi e mi è piaciuto comprendere con maggiore intensità ciò che questo autore aveva voluto esprimere. Dopo meno di un mese, passeggiando per Milano, ho visto i cartelloni di questo spettacolo e ho pensato che sarebbe stato interessante. Il tempo è sempre un gran tiranno e a volte non trovo lo spazio per fare ciò che vorrei, in questo caso però una persona cara mi ha supportata: a sorpresa mi sono stati recapitati i biglietti per la pièce.
Meraviglioso. Voglio insistere sulla bellezza e l’intensità di quest’opera teatrale perché l’ho trovata un esempio di innovazione. Lo spettacolo dura più di due ore ma l’attenzione resta sempre alta grazie al ritmo e alla dinamicità in cui si viene coinvolti. Viene proposto un pezzo di storia e si ha l’opportunità di apprezzare la bellezza dell’arte che Oscar Wilde è riuscito a donarci; tutto questo con una modalità vicina ai nostri tempi in cui siamo abituati a ricevere tanti stimoli e siamo spesso preda della facile noia. Inoltre, mentre ascoltavo le accuse a cui fu sottoposto questo grande artista, mentre sentivo la sua volontà di rimanere sempre fedele a ciò in cui credeva, ho provato emozione e commozione. Sensazioni che mi hanno fatto riflettere sull’attualità delle tematiche proposte. Grazie all’autore Moisés Kaufman, alla regia, allo staff e agli attori. Spero di rivedere ancora questo genere di teatro.
Cosa intendevo dicendo che nulla accade per caso? Senza questo pezzo teatrale la mia riflessione su Oscar Wilde non sarebbe stata compiuta, tornerò sul tema [To be continued…come direbbero gli inglesi].

In scena al teatro Elfo Puccini fino al 12 novembre.

Bestie di scena

Credo che sia riduttivo definire spettacolo teatrale quello che Emma Dante ha messo in scena al Piccolo Teatro; si tratta di una vera e propria performance artistica difficilmente collocabile come genere.
Ho avuto il piacere di assistervi e, mentre le immagini si rincorrevano una dopo l’altra, constatavo che stavo osservando qualcosa di innovativo. Innovazione nella forma di comunicazione fra l’attore e il pubblico, gradevole scoperta nei temi proposti, che sono tanti, a partire da quello più semplice da cogliere: la rappresentazione della vita dell’attore; a quello più nascosto che fa riflettere sulla vita materiale, sul veicolo che chiamiamo corpo e che spesso è scollegato dalla nostra essenza, dal nostro io più interiore.
Innovazione per le modalità con cui viene fatta la citazione. Questo è ciò che più ho apprezzato, forse una mia libera interpretazione ma amo questa lettura; la citazione e il tributo verso un grande maestro come Pirandello che si era posto gli stessi interrogativi molti anni fa. Ho colto nella regista una grande consapevolezza nel maneggiare la materia e ho ammirato la sua capacità di proporre i temi di un tempo, ancora attuali, con un linguaggio estremo e quotidiano, figlio della nostra modernità.