Ho scoperto la Ratatuia in età adulta, dalle mie parti esisteva solo la peperonata. Fu a Milano, grazie alla coinquilina piemontese dei tempi dell’università, che incontrai per la prima volta questo piatto.
In un pomeriggio piovoso lei venne in camera mia e mi disse:
“Ho un’idea, facciamo la ratatuia!”
La guardai con aria interrogativa ma non ebbi il coraggio di dirle che non sapevo di cosa stesse parlando. Non volevo sembrare la solita campagnola che non conosce certe cose. Rimasi muta e la seguii nel suo intento. Ci dirigemmo verso il supermercato e la osservai nella selezione accurata degli ingredienti, dopo poco capii che si trattava di qualcosa che prevedeva verdure di diversi colori ma non feci domande.
Tornammo a casa e ci rinchiudemmo in cucina.
Il risultato fu una meravigliosa ratatuia che mi fece innamorare per l’armonia di gusto provocata dal perfetto equilibrio della miscellanea di verdure. La mia coinquilina però volle esagerare e ci mise anche il tonno, quello no. Non era di mio gusto, era fuori registro e non si sposava con il resto.
Negli anni ho affinato la mia personale ricetta, quella che per me restituisce l’investimento del tempo necessario alla preparazione. L’ho definita “metropolitana” perché vivo in una grande città, Milano, che ha la capacità di connotare sia la cucina che lo stile di vita.
Non esiste una ricetta univoca di questo piatto, la sua tradizione è antica e parte da una zona della Provenza dove veniva considerata un piatto povero cucinato da famiglie contadine. Il nome originale “ratatouille” racchiude il significato di rimestare. Per me la ratatuia rappresenta un insieme di cose che, se selezionate con cura, dosate con armonia, lavorate con devozione, forniscono un ottimo risultato.
Ratatuia Metropolitana è un contenitore di suggerimenti, pensieri, opinioni, esperienze che mi impegnerò a selezionare con cura, a dosare con armonia, a lavorare con devozione per restituire a chi vorrà leggerlo un risultato piacevole che premierà il tempo che mi avrete voluto dedicare.