Prendete un gruppo di una decina di colleghi, portateli in una bellissima cucina dove c’è un rinomato chef ad accoglierli, formate delle squadre, scegliete ingredienti pregiati e date il via alla sfida.
L’altra sera ho avuto il piacere di partecipare a questo gioco nella scuola di cucina della Città del Gusto di Gambero Rosso a Roma. Un modo diverso per stare insieme a persone che si frequentano per motivi strettamente professionali e che, ai fornelli, hanno l’occasione di portare alla luce qualche aspetto celato nel quotidiano. Così si scoprono talenti e virtù. C’è chi non molla di fronte alla sfida di un uovo in camicia e prova più volte fino a che il risultato non è degno di uno chef stellato. Si scopre il collega che sfodera la delicatezza e la pazienza necessarie per arrostire piccoli dadini di tofu, evitando che diventino una poltiglia. Si ammira la collega che, nonostante abbia dichiarato guerra alla cucina, decide di sfoderare il suo migliore sorriso perché non sfugge alla responsabilità e affronta a testa alta le insidie, anche quelle del cipollotto, che fa lacrimare e scioglie il trucco. Alla fine della sfida, quando la giuria ha deciso per un pari merito e gli animi si sono acquietati, ci siamo seduti insieme a tavola a gustare la cena che avevamo preparato con tanta passione.
Una bellissima iniziativa che consiglio a chi ha voglia di conoscere l’altro per poter comprendere che un buon piatto deriva dalla somma di ottimi ingredienti.
Nell’immagine lo chef Gabriele Cordaro