Mi piace la campagna. Amo il paesaggio che regala e la vicinanza che fa sentire con la terra e con i frutti della natura. Mi piace il clima, che sa essere caldo quando il sole è vivido ma può rinfrescare verso l’imbrunire o all’ombra di un albero alto e avvolgente. Nelle scorse settimane ho avuto l’occasione di passare qualche giorno in Franciacorta: un’area collinare nella provincia di Brescia che confina con l’estremità meridionale del Lago d’Iseo; lì ho gustato il piacere di ampi orizzonti e il profumo dell’erba e dei fiori. Il luogo è rinomato per i suoi vini e il paesaggio è ricco di vigneti che si sviluppano con rigore, filari di vite ordinati che accompagnano le lunghe passeggiate interrotte da soste tra una cantina e l’altra.
Sono entrata nell’azienda agricola Barone Pizzini dove mi hanno mostrato come producono il vino, dalla vendemmia fino alla bottiglia pronta per essere stappata. Il processo è lungo: c’è un passaggio nelle grandi botti e poi nelle bottiglie che trascorrono un tempo adagiate in orizzontale prima di guadagnare la posizione diagonale, una lunga attesa prima della degustazione perché il vino deve riposare per ritrovare il suo equilibrio. Al ritorno ho pensato alla somiglianza con l’uomo, al tempo che trascorre, alla crescita necessaria per trovare la propria dimensione. In fondo si dice che il buon vino è quello invecchiato bene, in un luogo confortevole e conciliante. Per l’uomo è un posto da scoprire, dentro ognuno di noi.