Il contesto. Non sono mai stata portata per la preparazione dei dolci forse perché richiedono di essere ligi nella preparazione. L’arte della pasticceria vuole la precisione di laboratorio perché la buona riuscita è spesso legata a processi chimici che, se non vengono scatenati a dovere, minano il risultato. Mi risulta difficile restare aderente alle quantità degli ingredienti previsti da una ricetta e, quando cucino, sento la necessità di aggiungere o togliere qualcosa a seconda del momento. Negli anni ho capito che l’unica tipologia di dolce su cui posso cimentarmi è quella “al cucchiaio” che mi lascia una serie di gradi di libertà. Così ho trovato una base che definisco passepartout e che modifico in base alla stagione per chiudere un convivio con dolcezza. Leggi la ricetta
Caffè
La Belle Aurore: il caffè di una volta
Ogni volta che varco la porta d’ingresso di questo locale faccio un salto nel passato. È come se si tornasse ai tempi in cui non c’erano i coffe shop (o i locali da aperitivo) e le persone s’ incontravano a chiacchierare al caffè. Almeno dalle mie parti era così, il luogo d’incontro era il caffè centrale della piazza cittadina. Ciò che mi piace della Belle Aurore è che qui tutto è rimasto come un tempo, e non mi riferisco solo all’arredamento (che se vogliamo richiama i caffè parigini) ma soprattutto allo stile delle consumazioni. Non ci sono sprechi né pretese da “aperitivo modaiolo”; il caffè è buono, la birra anche, i toast sono eccezionali e non serve altro. In questo luogo si va per chiacchierare, per guardarsi intorno e osservare, per socializzare tra persone, come si faceva un tempo.
Il locale si trova in Via Privata Giuseppe Abamonti, 1 (angolo via Castel Morrone) a Milano.