“Sapevo che dovevo farlo, se no non avrei più potuto fare altro.”
Giuliana Cunéaz ha pronunciato queste parole durante la nostra prima conversazione telefonica, quella in cui l’ho raggiunta per chiederle di concedermi un’intervista. Ho annotato con foga quella frase e, mentre scrivevo sul taccuino, registravo nella mente il vigore della sua volontà.
Mi ha colpita l’onesta convinzione di una voce ferma che, con poche parole, mi rendeva partecipe del mondo contenuto nella sua opera.
Mi riferisco a I Cercatori di Luce, l’opera immersiva che avevo visto qualche giorno prima e che mi aveva spinta a contattare Giuliana. >> Leggi l’intervista