Fra poco sarà di nuovo tempo di zucca, ci pensavo proprio ieri. È arrivato il momento di provare a fare i tortelli come li faceva mia nonna; il trucco è solo uno: la zucca deve essere buona e non acquosa o fibrosa, una volta cotta si deve sciogliere come una purea. Non esiste la ricetta, si tratta di una tradizione tramandata oralmente e sperimentata sul campo, grazie a un costante affiancamento. L’anno scorso ci sono riuscita, ho preparato i tortelli e quando li ho assaggiati ho sentito il sapore di mia nonna. Era uguale, mi sono commossa. Non so come ho fatto, probabilmente è stata la concentrazione o il desiderio di provare ancora quell’emozione, ma quando li ho assaggiati e ho chiuso gli occhi mi sono sentita trasportare indietro. Avevo le lunghe trecce, ero alta poco più di un metro e salivo sul poggiapiedi per arrivare meglio alla tavola e simulare di aiutare mia nonna mentre tirava la sfoglia con il mattarello. Ho sorriso rivedendo quella bambina e ho capito che la cucina è come un ponte che ci conduce verso sapori che contengono ricordi da richiamare alla memoria quando sentiamo un po’ di nostalgia.