In alcune circostanze, mentre si dialoga con qualcuno, si tende a tacere alcune informazioni dandole per scontate. In genere lo si fa perché si pensa che l’altro si possa offendere di fronte a parole o temi che si sono già affrontati o che fanno parte di un’esperienza molto comune. Mi è capitato un esempio qualche settimana fa. Un amico, che aveva un appuntamento in Duomo, mi ha chiesto quale fosse il mezzo più rapido per arrivare in centro, gli ho indicato la metropolitana come la migliore soluzione. Facile. Non ho però specificato che a una certa ora la metropolitana chiude e che bisogna informarsi sull’orario dell’ultimo treno di sera, oppure si decide di trovare una soluzione alternativa per il ritorno: taxi, bus, bicicletta… L’indomani l’amico mi ha chiamata lamentandosi della sua disavventura. È arrivato alla metropolitana e l’ha trovata chiusa, non aveva i soldi per un taxi, non trovava un autobus che andasse nella sua direzione. Un disastro, più di un’ora persa per trovare una soluzione. Avevo dato per scontato l’informazione sull’orario perché lui prende i mezzi pubblici di frequente, in realtà ho scoperto che non gli era mai capitato di ritornare dopo la chiusura della metro. Ho capito che non è utile tacere le informazioni che abbiamo quando non conosciamo l’esperienza dell’altro. Ogni punto del processo va condiviso e comunicato all’altro il quale così ha l’opportunità di arricchire la propria esperienza e di godere di una sorta di vantaggio che, forse, tornerà indietro anche a noi grazie a qualcuno che ci dirà quello che conosce. In fondo è un po’ come fanno le mamme o le nonne, abituate a fare raccomandazioni. Credo che lo facciano per un motivo, anzi, a questo punto ne sono certa.