Fin da piccola mi divertivo con le parole. Cercavo di esplorarne i suoni e il significato recondito. Mi piaceva ascoltare quei fonemi che mi colpivano per la loro musicalità e dei quali non conoscevo ancora il significato, cercavo di indurre il senso, provavo e facevo delle ipotesi. Mi ricordo la parola lacuna, che è stata per me oscura per tanto tempo, mi sembrava simile a laguna, in fondo cambiava solo una consonante, invece non c’era nulla in comune tra le due, anzi forse hanno degli aspetti antitetici. C’è stato poi il momento degli accenti, quando ho capito che un piccolo segno su una vocale poteva fare la differenza: principi e princìpi, àmbito e ambito, la e là e così via. Mi chiedevo come fosse possibile non fare confusione, chi mi assicurava di evitare fraintendimenti? Crescendo ho sperimentato le parole che possono avere significati profondamente diversi. Certe hanno un significato entrato ormai nell’uso comune e al quale tutti fanno riferimento ma, a ben cercare, possono definire qualcosa di molto diverso. Un esempio è temperare. A sentirla tutti pensiamo alla matita e a quel temperino di metallo che usavamo alle elementari; se andiamo a cercare meglio, temperare vuole anche dire: mescolare in giusta proporzione, diluire (cit. Garzanti Linguistica) che è molto distante dall’aguzzare la punta di una matita. Ultimamente tante altre parole hanno attirato la mia attenzione. Una di queste è compartire, l’ho sentita in spagnolo (compartir) e mi è piaciuta perché ha il significato di condividere nel suo senso più concreto, cioè di dividere un pezzo di pane con qualcuno. Ho così scoperto che la stessa parola esiste in italiano, anche se è meno utilizzata, e significa dividere in parti uguali. Che cosa c’entra il verbo partire? Il significato dovrebbe essere influenzato in qualche modo da una partenza (com – partire) ed è come se si decidesse di partire insieme per un viaggio. Allora tutto torna perché in fondo quando si parte insieme si deve essere predisposti alla condivisione e alla divisione di ciò che si ha per metterlo a fattor comune con l’altro. Un po’ come avviene nella vita quando si decide di unirsi a un’altra persona; mi piace immaginare che si intraprenda un viaggio insieme verso un luogo che forse non è noto ma entusiasma. In effetti uno dei significati della parola compartire (cit. Garzanti Linguistica) è: dare, concedere. Non è forse questo che si fa quando si decide di condividere la propria vita con qualcuno?
Nelle parole c’è tutto e quando le utilizziamo dobbiamo averne consapevolezza (e fare anche un po’ di attenzione).