Un locale delizioso, un ambiente accogliente che scalda grazie ai soffitti a volta e all’arredamento, scelto con gusto, che ricorda i salotti degli anni cinquanta.
Il menù è semplice, ci sono pochi piatti ma ben selezionati. Si può mangiare dell’ottimo pesce, carne di qualità, piatti vegani e un po’ di tradizione: risotto alla milanese e cotoletta. Io ho scelto lo spaghettone grezzo al profumo di mare e ho apprezzato sia il gusto, frutto di una sapiente scelta e lavorazione della materia prima, sia l’armonia della presentazione. Il servizio è molto buono e il personale è in grado di dare consigli utili per gustare un’ottima esperienza culinaria. Alla fine della cena ho voluto presentarmi allo chef Massimo Moroni per complimentarmi; lui si è espresso con una frase: “Di roba in giro ce n’è tanta ma di qualità poca.” Me l’ha detto facendo qualche esempio e spiegandomi quanta cura mette nella ricerca degli ingredienti, a costo di ribaltare il menù se non trova ciò che vuole. Gli ho creduto, il piatto che ho assaggiato me l’ha dimostrato. Tornando a casa ho pensato che non ho chiesto il significato del nome, forse perché lavora sette giorni su sette? E cucina urbana? Dovrò approfondire.
Sette Cucina Urbana si trova in via Dell’Orso 2, a Milano.
[L’immagine è stata presa dal sito del ristorante.]