Ho passato qualche giorno nelle Langhe, un luogo in cui trovo il giusto spazio per pensare e per prendere un po’ di tempo. È una terra peculiare, i colli sono accerchiati dalle Alpi e vicini al mare della Liguria. Il terreno è fertile e troviamo: buon vino, buon cibo e incantevoli profumi. Questo sentire, insieme all’eccezionalità dei posti, è testimoniato dal Comitato UNESCO che nel 2014 ha riconosciuto questi luoghi come parte integrante del patrimonio mondiale.
In una località defilata, lassù in cima, nei pressi di Santo Stefano Belbo, si trova una struttura che un tempo, era un monastero. Nel 1619 un gruppo di monaci cistercensi decise di edificare sui resti di una cappella costruita un secolo prima del loro arrivo.
Intorno al 1860 il monastero venne acquistato dai Conti Incisa che ne fecero una dimora privata e solo nel 2002 la struttura divenne il Releais San Maurizio.
“Qui siete a casa.” L’ha detto la ragazza alla reception mentre ci faceva visitare le aree comuni, il ristorante e la cantina. Quelle parole sono rimaste per tutto il soggiorno e mi hanno fatto sentire a casa mia, in un luogo in cui potere leggere, muovermi, prendere qualcosa, ricevere degli amici, e tutto ciò che mi viene in mente quando sono nella mia abitazione: persino cucinare.
C’è stata l’occasione, e forse è come se l’avessi fatto.
“Venga signora che la metto in HD.” Così ha risposto lo chef Giampiero Vento mentre preparava il bonet.
La cucina ha una grande vetrata che si apre sulla sala dedicata alla colazione e io sbirciavo per verificare che la pasta sfoglia fosse tirata con il mattarello.
Due chiacchiere semplici, qualche consiglio utile sulla scelta degli ingredienti, uno scambio di opinioni su alcuni ristoranti milanesi e sulla ristorazione parigina e per finire la garanzia sulla pasta e il pane.
“Li facciamo noi ogni mattina.” Mi ha assicurata lo chef Vento.
Posso testimoniare, mattarello compreso.
La fotografia è presa dal sito web della struttura.