Ratatuia in Francia

Deve essere per il cielo

Il mio viaggio francese si è concluso da una settimana e, facendo ordine tra le fotografie, mi trovo a ripercorrere le tappe. Penso a ciò che più mi è piaciuto, ai luoghi in cui tornerei e mi interrogo sulla mia costante tensione verso la Francia. Da diversi anni cerco il modo di trascorrere un periodo francese, lentamente la esploro e mi concentro ogni volta su posti nuovi. Mi piacciono le bellezze architettoniche, le chiese, i musei, amo la scoperta, navigo tra le diversità, in ogni posto.
Le persone sono gentili, ho incontrato per lo più cordialità e accoglienza. Apprezzo la facilità con cui ci si può sedere a un tavolino degli innumerevoli locali ordinando un caffè e restando ore a leggere, a pensare a osservare senza essere disturbati.
In questo viaggio ho trovato una cosa nuova: ho visto molto cielo. In tutte le città che ho visitato il manto blu è stato protagonista, sia nel centro che nelle zone periferiche, ho trovato un ottimo equilibrio fra le costruzioni e ho avuto la sensazione di avere un grande spazio aereo a disposizione. È un senso di apertura che, se torno ai ricordi di altri viaggi, ho sempre apprezzato anche se non ero riuscita a nominarlo. L’espressione massima si ha al mare dove i confini si mischiano e il cielo si confonde con l’acqua offrendoci una culla nella quale liberare i nostri pensieri. Non credo che a Milano ci sia meno cielo, forse quando mi muovo in questa città sono distratta dalla quotidianità e dall’innato grigiore che dipinge le giornate. Amo il grigio milanese perché è una sua caratteristica e ho memoria di certi blu che sa regalare ma non sono ancora riuscita a trovare un luogo cittadino in cui sentire così tanto cielo. Forse è per questo che si cercano le terrazze? Se ripenso alle grandi città c’è sempre una terrazza panoramica dalla quale osservare la terra e il cielo, io mi sono concentrata sul secondo ma non ne ho mai tratto grande soddisfazione così come non me ne dà lo sguardo dal finestrino dell’aereo. Mi piace l’abbinamento piedi per terra e testa nel cielo, credo che sia questo il connubio per l’equilibrio; né troppa terra né troppo cielo, la giusta dose di terra e la giusta dose di cielo.  Il viaggio francese mi ha dato ciò che cercavo. Non sapevo di esserne alla ricerca ma ora l’ho compreso e guarderò la mia città con un differente punto di vista, osserverò con attenzione le dosi di terra e di cielo e sono sicura che troverò anche qui il punto in cui liberare i miei pensieri. Credo che viaggiare serva anche a questo, a comprendere ciò che abbiamo e a guardarlo con occhi più consapevoli.

La preparazione del viaggio

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Continuo a chiamarle vacanze, non mi piace la parola ferie perché mi trasmette un senso di costrizione. La vacanza, come dice la definizione [cit. Garzanti Linguistica] è un periodo di stacco dalle proprie ordinarie occupazioni, ci consente di occuparci dello straordinario, di quello che in genere non facciamo per mancanza di tempo o di opportunità. La scelta di cosa fare nel periodo di vacanza è personale, è nostra la decisione di come esplorare lo straordinario e può dipendere da tanti fattori ma credo che sia anche la manifestazione del nostro sentire.
Quest’anno ci ho messo un po’ a decidere, non avevo idee e ho persino pensato di starmene a casa a godermi giornate calme e tranquille. Farò anche questo perché considero straordinario vivere la quotidianità con ritmi diversi, fermarsi a parlare con le persone, dedicarsi alla preparazione di una nuova ricetta, uscire a piedi, passeggiare guardando in alto per le strade che si percorrono ogni giorno con la fretta.
Nelle ultime settimane si è affacciata un’idea che ho cullato fino a quando non ha preso forma. Farò un viaggio, ho immaginato un percorso fatto di luoghi che vorrei visitare e ho pensato a come farmi trasportare attraverso quei posti. Ho raccolto ciò che mi piace e ciò che vorrei conoscere ho fatto due conti e ho trovato una soluzione che mi ha fatto sentire bene. Mentre la progettavo sentivo gioia perché capivo che era come indossare un vestito fatto su misura, un abito che fa risaltare i punti di forza e attenua quelli deboli. Mancano poche ore alla partenza e devo ancora preparare il bagaglio, completare i punti scritti nelle mie liste, evitare di dimenticare qualcosa, fare commissioni dell’ultimo minuto, dare seguito ad un po’ di ansia fisiologica che mi accompagna sempre quando devo partire e andare verso l’ignoto.
La preparazione mi è piaciuta e ora, come quando si cucina una nuova ricetta, è il momento dell’assaggio. Sono sicura che mi porterò a casa qualcosa, di materiale e non, da toccare e da sentire.

Buone vacanze a tutti!

Nell’immagine ci sono le tappe che attraverserò durante il viaggio francese. Siete curiosi? Troverete gli aggiornamenti su Instagram