Spazio

Creare spazio

Creare_spazio“La vita è lunga.” È la risposta che mi ha dato la mia amica S., me l’ha detto con certezza serafica quando mi sono complimentata con lei per la sua capacità di avere degli spazi vuoti, sugli scaffali e all’interno dei mobili della sua abitazione.
Ho avuto modo di vivere a casa della mia amica per qualche giorno, lei era partita e io avevo bisogno di un appoggio temporaneo. Mi sono trasferita e, in uno spazio non mio, ho dovuto cercare le cose. Ho aperto la dispensa, ho trovato quello che mi serviva, tutto era sistemato perfettamente e ricopriva la metà dello spazio disponibile. All’interno di un mobile che ha tre scaffali solo due erano occupati, il terzo era vuoto, in attesa. Lo stesso vale per l’armadio, pieno solo a tre quarti, con un’area pronta ad accogliere ciò che verrà. Anche la libreria, che veste un’intera parete, era organizzata con equilibrio tra l’archivio di ciò che è stato e aree pronte per ospitare il futuro.
Ho pensato alla mia libreria, satura, spesso a causa di oggetti dei quali non sono mai stata padrona e che, per pigrizia, ho rinunciato a smaltire. L’ho fatto. Ho creato spazio. È stato un lavoro impegnativo ma mi ha portato una grande soddisfazione e, mentre componevo il nuovo ambiente, mi sono resa conto che la mia attenzione è andata sul vuoto e non più sul pieno, come mi capitava un tempo. Ho volutamente cercato di dare spazio al vuoto, a ciò che potrà esserci, a quello che arriverà solo nel momento in cui avrò la giusta predisposizione per accoglierlo.
Mi è venuto in mente un quadro di Piet Mondrian, uno dei tanti dipinti composti da rettangoli colorati intervallati da quelli bianchi. Lascio agli esperti la spiegazione didattica, io mi accontento di condividere il senso che ci ho trovato, quello che è stato utile per me e che risiede in quel bianco. È quello ciò che più importa, un’area pronta a ospitare, uno spazio candido nel quale dipingere ciò che desidero.

Nell’immagine una riproduzione ispirata a una delle composizioni di Piet Mondrian.

Piccolo Mondo

Piccolo_MondoSono tornata a Tourrettes dopo un po’ di tempo. Mi piace questo luogo, lo trovo delizioso e ogni volta mi riserva una sorpresa. Il borgo è piccolo e all’ora di pranzo nelle viuzze c’è poca gente; i negozi restano chiusi e mentre si cammina si ha la sensazione che siano tutti in casa a preparare da mangiare. I pochi turisti che decidono di fare una tappa qui potrebbero restare a pancia vuota se non fosse per il simpatico e gentile Patrice che gestisce la sua Creperie chiamata “Piccolo Mondo”. Gli ha dato un nome italiano perché, mi ha confessato, ama l’Italia, il suo cibo, i profumi, i paesaggi e la gente che ci abita. L’ha voluto identificare come “piccolo” perché i tavoli sono pochi e il luogo ospita al massimo una decina di persone. Patrice riceve gli avventori, chiede che cosa desiderano e cucina per loro al momento. Prepara le galettes o le crepes dolci con zucchero e miele, ci mette impegno e passione e dispensa tanti sorrisi. Mentre tornavo verso l’auto, pronta per la tappa successiva del mio viaggio, ho pensato che bisogna lasciare degli spazi che potranno riempirsi in base alle circostanze. Non sempre è bene pianificare, certo può essere rischioso lasciare tutto al caso quando si viaggia, serve un giusto equilibrio. Bisogna comprendere ciò che è importante da decidere prima di partire e cosa invece può essere affidato al caso. In genere quest’ultimo ci fa dei grandi regali, tocca a noi saperli scoprire. Ho chiuso la portiera e mentre il motore si accendeva mi sono detta che devo ricordare di lasciare sempre un po’ di spazio.