Azione

La strategia del fare

Strat_FareLa chiacchiera è una grande tentazione. Ci sono persone che amano ascoltarsi e parlano per sentire ripetutamente la loro voce, i discorsi forbiti, le dissertazioni su innumerevoli questioni. Nel tempo ho capito che l’efficacia sta nelle poche parole; concetti chiari e sintetici sono spesso in grado di colpire nel segno trasmettendo a chi si ha di fronte il vero senso di ciò che si vuole comunicare. E dopo subentra l’azione, il fare per mostrare ciò che si è sostenuto, dare un esempio concreto e visibile permette che le parole abbiano consistenza. Nel mondo del lavoro capita quotidianamente di dovere perdere tempo per dire, parlare per sostenere una posizione, mostrare con le parole e non con i fatti. Sembra che le persone abbiano paura di passare ai fatti, forse è così. Mi sono trovata spesso in questa situazione e ho capito che l’uomo ha la tendenza a condurre tutto a ciò che conosce. Se una cosa non è nota, intendo una procedura, una metodologia, un qualche tipo di passaggio nell’ambito di un progetto, si tende a mettere in dubbio la sua fattibilità. Perché? È così difficile provare? L’innovazione nasce così, attraverso la prova, facendo qualche cosa che non si è fatto prima, dando libero sfogo a una semplice intuizione. Agire e fare, magari si sbaglia, forse si dovrà procedere con un secondo tentativo per fare delle correzioni, ma solo così si va avanti. Fermarsi alla chiacchiera condanna alla staticità; ci si ferma in quel punto e si gira a vuoto, come nei vecchi dischi quando la puntina si fermava in un solco del vinile e la strofa della canzone veniva ripetuta all’infinito.

L’ottimo è nemico del buono

Ottimo_buonoQuando si decide di fare qualche cosa è necessario avere la consapevolezza del tempo che si ha a disposizione. Viviamo una realtà nella quale non possiamo prescindere dalla dimensione tempo e spesso questo diventa un vincolo con cui fare i conti. Lo sa bene chi ha un’indole da perfezionista o chi tende a indugiare nella fase di analisi propedeutica a una decisione. Confesso che mi sono trovata spesso in simili situazioni e questa frase, che mi disse una persona molto saggia incontrata all’inizio della mia carriera professionale, la tengo cara e la rispolvero quando le lancette dell’orologio stanno per andare oltre il tempo concesso per dare una risposta o per prendere una decisione. Non è detto che il vincolo ci sia posto dall’esterno, a volte potrebbe non esserci nessuno ad imporre una scadenza. Questi sono i casi più difficili, in cui tocca a noi stare dentro a dei limiti perché altrimenti si rischia di perdere quello che può accadere dopo la nostra decisione.