Ho trovato questo film potente. L’andamento è abbastanza lento, è un film che stimola il pensiero e il silenzio e per questo ha bisogno di tempo e di pazienza. Si svolge in un luogo che appare distante dal mondo, è un hotel in cui gli ospiti restano protetti da ciò che accade all’esterno quasi come se volessero restare lontani dai pensieri e dalla vita di ogni giorno. Il monaco protagonista (interpretato da Toni Servillo) è una figura che accompagna; una sorta di voce fuori dal coro che, attraverso il suo esempio, conduce a riflettere su grandi temi: il potere, l’avere, l’orgoglio, la vanità, l’egoismo. Mi è piaciuto perché ho trovato un modo diverso di spingere lo spettatore alla riflessione, senza retorici paternalismi ma attraverso il racconto e la manifestazione di qualcuno che ha un punto di vista diverso.
Essere
Maps to the stars: la via per esistere
David Cronenberg è un regista che sa lasciare scossi gli spettatori. Questo film lascia addosso la sensazione di essere stati schiacciati verso una parete di vetro che consente di vedere al di là ma, in qualche modo, ci trattiene al di qua e ci fa percepire come sia difficile il percorso della ricerca di noi stessi. I protagonisti della storia sono persone prive dello strato dell’essere, non sanno chi sono e rimangono in balia di questa disperazione cercando l’affermazione del sé attraverso l’apparire e il potere. Il sistema di valori viene sovvertito e difficilmente si trova una speranza per andare avanti qui, nella vita di ogni giorno, se non si passa attraverso la consapevolezza. L’interpretazione di Julianne Moore è eccezionale, il film è bello ma molto forte, da vedere in uno stato emotivo stabile.