Questo luglio ci riserva giornate strane. Le ultime mattine mi hanno accolto con una temperatura vicina alle giornate di fine settembre, quando è necessario rassegnarsi all’idea che l’estate è ormai finita. C’è stata la pioggia, spesso improvvisa, a volte copiosa che lascia in ricordo l’umidità autunnale, quella che penetra le ossa e fa desiderare di avere addosso qualcosa di pesante. Ho guardato spesso il cielo e ho trovato le nuvole grigie, grosse e piene, ansiose di coprire fino all’ultimo triangolo di sole. Ho aspettato. Ho respirato lentamente, ho chiuso gli occhi e quando li ho riaperti ho visto uno spiraglio azzurro e ho immaginato di iniziare da lì a spostare le nuvole. È come con i pensieri, quelli scuri sono più grandi e tendono a dominare ma poi, se si trova quello luminoso, seppur piccolo, si può cominciare da lì a fare pulizia e a lasciare lo spazio al sole.