Parigi

Che cos’è la bellezza

Ci sono momenti in cui prevale il silenzio. Sono ore, giorni o mesi; il tempo è relativo e dipende da ognuno. La gente intorno ti dice che servirà tempo, tu stesso te lo ripeti, e non è possibile definire la scadenza. Silenzio, è lui il protagonista in quel tratto di strada che ti separa da te di prima a te di dopo. Questo accade di fronte ad un evento straordinario, triste o allegro che sia, in genere la nostra attenzione è più concentrata su episodi tristi, sono quelli che ci mettono alla prova, anche se il cambiamento in noi può essere provocato da avvenimenti gioiosi, anche quelli trasformano, e ti lasciano senza parole, in silenzio.

Sono rimasta in silenzio per qualche mese, non riuscivo a trovare le parole, non avevo argomenti da condividere ma poi l’altro giorno ho trovato la bellezza, è lei che mi ha spinta. Per caso, sfogliando un giornale, ho trovato l’immagine dei Jardin du Luxembourg e sono entrata nella loro bellezza. Ho sentito il profumo dei fiori, ho sfiorato l’erba camminando a piedi nudi, mi sono seduta su quella sedia verde che ho visto solo in questo posto, ho sentito il sole sul viso e mi sono dedicata alla lettura. Poi una signora si è fermata e mi ha offerto un morceau de baguette, era gentile e sorrideva.
Tutto questo in un istante mentre guardavo la fotografia sulla pagina del giornale. La bellezza è dentro a tante cose, si incontra spesso, basta saperla vedere. La bellezza mi consola, mi aiuta ad aprire gli occhi verso il domani.
Dopo avere chiuso il giornale ho fatto una lista, mi sono concentrata su ciò che per me emana bellezza: la rosa e il velluto dei suoi petali, un dipinto Renoir con la luce che lui sapeva catturare, una visita al Musée d’Orsay, il sorriso della mia nipotina, il profumo dell’erba appena tagliata, un Notturno di Chopin, una passeggiata in bicicletta, lo sguardo dell’uomo che ho amato, le Lezioni Americane di Calvino e tanto altro ancora. Voglio comporre una lista in divenire, fatta da ciò che ho già conosciuto e da ciò che ancora non conosco ma che saprò accogliere.

Il movimento a Parigi

parigi_louvre_rivoliMi piace tanto questa città, mi chiama spesso. Non amo andare troppe volte nello stesso luogo ma per Parigi faccio un’eccezione, anzi mi sono data la regola di andarci almeno una volta l’anno. Perché? È bella, risplende con la sua architettura opulenta, si respira l’aria dei grandi scrittori e dei grandi pittori, si chiacchiera di filosofia nei caffè della Rive Gauche ma si parla anche di moda, delle ultime tendenze, dei locali e dei ristoranti stellati. Il clima? Non è dei migliori, continentale. Può piovere spesso, c’è molto vento, l’inverno è freddo e l’estate è calda. Nonostante ciò le persone amano stare all’aperto, si sta seduti ai tavolini sui marciapiedi, l’ambiente viene riscaldato e ci si beve un bicchiere di vino per rendere più sopportabile la temperatura. Stare fuori perché? D’inverno? Per osservare. La gente passa, si muove e a volte si ferma a chiacchierare con gli astanti davanti al tavolino dei caffè. Si può incontrare un personaggio curioso o qualcuno che ha solo voglia di stare in compagnia. Poi si va oltre, si passa alla tappa successiva. In libreria, a una mostra, ai giardini, a fare shopping, a cena fuori, al cinema, ad ascoltare musica, a teatro, a bere un cocktail, a passeggiare verso Place Vendôme. Movimento. Animazione, corrente, moto, spostamento. Ci trovo questo a Parigi. Sento la forza del movimento e ricevo una spinta che mi porta a superare i confini dei miei pensieri, a vedere delle nuove prospettive e a trovare l’equilibrio tra il moto interiore e il traffico che mi circonda.