Armonia

Siamo connessi

Il mio pianista suona e oggi vorrei che non smettesse. Se lui continua a suonare penso che tutto sia normale; una serata come tante in cui le sue note accompagnano le mie letture, i miei pensieri e la preparazione della giornata che si sta per affacciare.
Mio caro pianista, non ti conosco. Abiti al terzo piano? O forse sei nello stabile attiguo? Sono anni che ti sento ma non ti avevo ancora dedicato la giusta attenzione, a volte mi hai infastidita, spesso ti ho considerato una fonte di distrazione, qualche cosa da scacciare come una mosca che viene a molestare la mia tranquillità. Oggi ti chiedo di continuare il tuo concerto. Immagino le tue dita che corrono veloci e riempiono i nostri silenzi, creano una connessione, una nota dopo l’altra, compongono armonia.
Chiudo gli occhi e vedo tutti noi, nella città, in tutto il Paese, in Europa e nel mondo; sogno tante persone chiuse nelle loro abitazioni che hanno un unico pensiero e vorrei che ognuno diventasse una nota. Vorrei che tutti potessero partecipare a questo grande concerto di musica meravigliosa, vorrei che quel pensiero unico, che tutti hanno, fosse orientato alla bellezza, al sorriso, alla gioia.
Ci sono pensieri di spavento e di dolore, fanno parte della nostra quotidianità ed è necessario accettarli, ma ci è data l’opportunità di guardare al resto. Possiamo osservare ciò che cambia intorno a noi, abbiamo l’occasione per essere unione, per abbandonare i moti di rabbia, l’arroganza, la prevaricazione. Possiamo stare nella stessa vibrazione, nell’onda della musica. Caro pianista, per favore continua, insisti, premi sui tasti e suona con fermezza.
Io ho scelto la mia nota e sono sicura che tanti altri sentiranno dentro la loro.

I ragazzi che si amano

Tempo addietro, anni fa, non saprei definire con esattezza quando ma ricordo dove, era un luogo che pareva incantato. Una persona mi accompagnò, ci accomodammo al tavolo e insieme al menù trovai un foglio di carta giallognola, era arrotolato e chiuso da un nastro rosso. Lo aprii come se fosse un regalo di compleanno e cominciai a leggere.

*“I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è soltanto la loro ombra
Che trema nel buio
Suscitando la rabbia dei passanti […]”

Non ho mai dimenticato queste parole, le ho tenute accanto e le ho nutrite per farle crescere e coglierne il significato, il mio, quello che rappresentano nella mia immaginazione. Mi piace l’idea di non esserci per nessuno, di immergersi al punto di andare oltre per superare gli inconvenienti della quotidianità. Un gesto di amore e di unione è così forte da fare scatenare la rabbia di quei passanti che si lasciano travolgere dall’amarezza e dal dolore. Anche questo fa parte della nostra vita ma I ragazzi che si baciano in piedi mi ricordano che c’è anche l’altra metà, quella cosparsa di bellezza e di meraviglia.

Mentre cammino e incontro qualcuno che lo fa sono felice. Sono un passante e la scena mi strappa un sorriso ringrazio chi ha il coraggio di baciarsi in piedi e spero che sempre più persone, a tutte le età, decidano di farlo.

*Nota: Jacques Prevert “I ragazzi che si amano”.
Nell’immagine un fotogramma tratto dal film “Colazione da Tiffany”.